CIMO-FESMED: Ottimo lavoro di ONSEPS e del MinSalute, ma il tempo è scaduto, è l’ora della concretezza. Giornata Nazionale sulla sicurezza operatori sanitari.
Roma, 12 marzo 2024 - 50 aggressioni al giorno, trend in costante crescita degli infortuni da aggressioni rilevati da INAIL nel triennio 2020-22 (+12,9%), questi sono i dati principali che hanno coinvolto i sanitari dipendenti del SSN. Un fenomeno certamente sottostimato perché non ricomprende la Sicilia ma, soprattutto, i liberi professionisti, i convenzionati e tutti coloro che lavorano nelle strutture sanitarie private non accreditate. In ogni caso un fenomeno inarrestabile ben evidenziato in occasione della Giornata Nazionale di educazione e prevenzione contro la violenza nei confronti degli operatori sanitari e socio-sanitari fortemente voluta dal Ministro della salute Schillaci. Secondo Guido Quici, Presidente della Federazione CIMO-FESMED (di cui fa parte ANPO-ASCOTI, CIMO, CIMOP e FESMED), “l’ottimo lavoro svolto dall’ Osservatorio Nazionale sulla Sicurezza degli Esercenti le Professioni Sanitarie, in tema di analisi del contesto, rilevazione dati, comunicazione e formazione, necessita, a questo punto, di un vero cambio di passo”. “Occorrono interventi concreti sull’organizzazione del lavoro per consentire un adeguato tempo di cura che permetta al medico di recuperare quel rapporto medico-paziente perso da troppo tempo. Certamente la grave carenza di personale sanitario non aiuta, anzi crea disagio nei cittadini, allunga i tempi di risposta ai bisogni di salute, tempi ulteriormente dilazionati dalla medicina amministrata e dalla mancanza di una seria mappatura e valutazione dei rischi nelle aziende. Secondo CIMO-FESMED la formazione deve partire nelle Aziende tra coloro che definiscono i processi organizzativi e certamente, in questa ottica, anche la norma sullo scudo penale, certifica come la vera criticità delle strutture sanitarie, sia legata alla grave carenza di risorse umane, materiali e finanziarie, alle condizioni di lavoro, al numero dei casi da trattare e al contesto organizzativo, tutti elementi concreti che concorrono all’aumento delle aggressioni. Rinforzo, dunque, delle norme legislative esistenti, adeguamento degli organici, licenziamento della raccomandazione n° 8 del Ministero e da un punto di vista contrattuale, recepimento della dichiarazione congiunta n° 5 del vigente CCNL secondo cui “…è necessario che le aziende approntino tutte le misure necessarie, anche in tema di patrocinio e assistenza legale, per tutelare i dirigenti che hanno subito aggressioni.